MELZO
OSPEDALE: MOLTE AREE ANCORA CHIUSE, INFERMIERI RIASSEGNATI, E IL PUNTO NASCITE SUPERA DI POCO 600 PARTI

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Alcuni consiglieri regionali del Pd, tra cui la vicepresidente del Consiglio Regionale Sara Valmaggi, a dicembre dello scorso anno avevano presentato un’interpellanza sull’ospedale di Melzo, presidio dell’Azienda ospedaliera di Melegnano, per capire la tempistica sulla fine della ristrutturazione del nosocomio e le modalità di riassegnazione del personale.

RISTRUTTURAZIONE LENTA. VALMAGGI: SI RISPETTINO I TEMPI
In questo contesto infatti, si va compiendo il riordino del Sistema Sanitario Regionale, che con la riforma della sanità voluta dal Presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e approvata lo scorso agosto 2015, vedrà la trasformazione degli ospedali in vere e proprie aziende socio sanitarie, le ASST, che nel caso melzese è la ASST di Melegnano e Martesana.

Il presidio melzese presenta diverse complessità gestionali, si trova su un territorio densamente popolato all’interno dell’Adda Martesana, e per la sua ristrutturazione sono state investite numerose risorse oltre 10.000.000 di euro. Ma tutt’oggi risulta non ancora agibile , molti dei locali nei diversi piani sono privi di arredo, addirittura al quarto piano sono stati fatti ulteriori lavori di rifacimento del pavimento mai utilizzato. Inoltre il personale infermieristico assegnato ai reparti chiusi, sarebbe stato nel frattempo destinato ad altri incarichi nell’ambito dell’Azienda ospedaliera e senza alcun piano di rientro.

La risposta all’interpellanza è arrivata i questi giorni, e la regione ha avuto conferma dalla ASST di Melegnano e Martesana, di come altri interventi strutturali siano necessari per rendere operativo il nosocomio, che potrebbe rivedere operativi i piani ad oggi chiusi, entro la primavera, ad aprile probabilmente, dopo una ristrutturazione partita nel 2011: “Troppo per la tanto sbandierata eccellenza lombarda -ha replicato la Valmaggi come riportato dall’Ufficio Stampa del PD Regionale- Che i tempi cui ha fatto riferimento il sottosegretario in Aula, entro il prossimo aprile, vengano rispettati”.

Dalle pagine del blog ufficiale del PD Lombardia, la vicepresidente del Consiglio Regionale spiega nel dettaglio come ci siano piani inagibili da ormai 4 anni (il 2°, il 3° e metà del 4°) con conseguenze e ripercussioni su tutto l’ospedale, pronto soccorso compreso, il cui accesso risulterebbe difficoltoso. “Ci risulta, tra l’altro, che la mancanza di disponibilità dei posti letto faccia sì che i cittadini siano ricoverati nell’astanteria o nelle sale d’attesa -ha aggiunto Valmaggi- Per questo abbiamo chiesto i tempi per la rimessa a disposizione complessiva degli spazi sanitari. Monitoreremo che effettivamente vengano rimesse a disposizione le strutture e che venga specificata la modalità di riassegnazione al presidio del personale idoneo a farle funzionare”.

Certamente ora, anche a alla luce delle nuove nomine dei dirigenti sia della ASST (ex Azienda Ospedaliera) che dell’ Ast (agenzia della tutela alla salute – ex Asl), si riarirà il dibattito nella zona della Martesana sul futuro dell’utilizzo di alcune specialità soprattutto l’oncologia: se come previsto a Melzo dal piano ospedaliero vigente, o a Cernusco come si era ventilato questa estate.

L’ACCORPAMENTO DEL PUNTO NASCITE SUPERA DI POCO I 600 PARTI
In questa situazione già complessa che punta i fari sul Santa Maria delle Stelle, si aggiunge inoltre quanto scritto dal sito web Nascere Ancora in Martesana, che in attesa del numero preciso fornito dall’ospedale, riporta le cifre approssimative dei parti avvenuti a Melzo dopo lo spostamento del reparto maternità da Cernusco: “I parti registrati nel 2015 presso il reparto maternità del Santa Maria delle Stella di Melzo sono di poco superiori a 600 -scrivono- […] Guardiamo all’insieme del territorio della Martesana. Nel 2014 i parti erano stati 981 (552 Cernusco, 429 Melzo). Nel 2015, con solo Melzo aperto, sono stati circa 600: il che significa più o meno 400 parti in menocomplessivi”.

Dunque, se come ospedale, Melzo aumenta le sue nascite di circa 200 unità, nel complesso la Martesana perde nascituri, anche a seguito del passaggio del reparto maternità del San Raffaele in un’ala dell’ospedale che è sotto il Comune di Milano e non di Segrate. Ma ciò detto, se lo scopo della Regione e dell’ex Assessore Mantovani (poi arrestato per tangenti in ambito sanitario) era di chiudere i punti nascita al di sotto dei 500 parti per averne 1000 annui, resta un dato di fatto innegabile: Cernusco che ne contava da solo 600 è stato chiuso, e nonostante l’accorpamento, Melzo raggiunge e supera leggermente la stessa cifra, senza toccare quella quota 1000 tanto auspicata in Regione.

FRANCA ANDREONI (sulla ristrutturazione)
MAGNI GIORGIA (punto nascite)