La lettera di Mattarella a Cascina Ovi: «Seguirò le iniziative verso i ristoratori»

«Non chiediamo elemosina, ma una visione strategica», gli avevano scritto i titolari del ristorante segratese. E il Presidente ha risposto

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Una richiesta di ascolto che ha ottenuto l’eco sperata quella dei titolari del ristorante-osteria Cascina Ovi di Segrate, che nei primi giorni di gennaio avevano indirizzato a Sergio Mattarella una lettera in cui chiedevano la sua attenzione. Il Presidente ha risposto, elogiando il loro comportamento e assicurando che non dimenticherà la categoria.

La lettera di Cascina Ovi al Presidente

La lettera chiedeva maggiore attenzione verso i ristoratori – categoria in grande sofferenza in questo momento – e alla programmazione di interventi e chiusure. L’improvviso stop natalizio, in particolare, aveva infatti messo i titolari del ristorante in grande difficoltà: gli acquisti erano già stati fatti, ma a quel punto non era più possibile offrire il menù ai clienti. Non si sono persi d’animo, però: hanno deciso di cucinare comunque e di devolvere tutto a un’associazione di volontariato che opera per i più bisognosi.

La risposta di Mattarella

La risposta non si è fatta attendere ed è arrivata una settimana dopo: il Presidente Mattarella ha assicurato di essere «pienamente consapevole dei gravi colpi subiti dal settore in conseguenza della pandemia, con la modifica delle abitudini e particolarmente in conseguenza delle disposizioni per contrastare il contagio».
Poi, una promessa a loro e, implicitamente, a tutti i ristoratori: «desidero assicurarle che seguo e seguirò attentamente le iniziative assunte per attenuare questi effetti, per garantire che gli interventi di sostegno siano efficaci e concretamente funzionanti, tenendo conto delle indicazioni che provengono dagli operatori della ristorazione».
La lettera si è conclusa con l’apprezzamento per i pasti donati a Natale ai più bisognosi.

Le manifestazioni di disagio da parte dei commercianti che si trovano a dover chiudere – e che non sempre comunicano il loro scontento con toni pacati – sono diverse: qui la vicenda del negoziante di Cernusco, e qui la videointervista con le sue scuse dirette al Presidente del Consiglio.