G8 Genova, Vivere Cernusco: «Avevamo ragione»

Per il movimento civico fondamentale ricordare le violenze, ma anche il motivo che ha portato migliaia di persone in piazza

fonte: tpi.it
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Diciannove anni fa a Genova si svolgeva il G8, appuntamento che fino al 2014 ha visto i grandi della terra riunirsi a cadenza annuale. Quello del capoluogo ligure è ricordato come il summit delle violenze: gli scontri, piazza Alimonda, la scuola Diaz e Bolzaneto. Tutto questo, spesso, ha annebbiato e lasciato a margine i motivi per i quali un movimento, che andava dai cattolici ai centri sociali, in quei giorni di luglio del 2001 era sceso in piazza.

A ricordare il motivo ci ha provato Vivere Cernusco, movimento civico che insieme al Partito Democratico governa ininterrottamente in città dal 2007. «Globalizzazione, neoliberismo sfrenato, riscaldamento globale, disuguaglianza sociale sempre più netta, politiche migratorie sbagliate: questi erano i temi che 19 anni fa i giovani portavano all’attenzione del mondo durante il G8 di Genova» hanno scritto, per poi sottolineare come sia importante ricordare gli scontri e le violenze, non dimenticando però che «avevamo ragione sui contenuti».

E i contenuti elencati da Vivere Cernusco vanno dal neoliberismo sfrenato, alla legalità dei paradisi fiscali, dal dominio della finanza, fino ad un aumento internazionale dell’ingiustizia sociale. «Tra il 20 e 22 di luglio del 2001, nel Genova Social Forum, c’erano le premesse per costruire un mondo diverso, che si è rivelato necessario. Premesse naufragate nelle violenze e nella repressione». Il movimento civico non si è però solo limitato a ricordare quello che poteva essere e non è stato, ma ha sottolineato come oggi sia necessario non «commettere lo stesso errore e ascoltare i giovani di Fridaysforfuture, di Blacklivematter, le donne di Metoo, di chi lotta per un’accoglienza giusta, per i diritti umani, per la giustizia sociale».

Una testimonianza diretta

Un anno fa, Danilo Radaelli, cernuschese e membro dell’ Anpi aveva voluto raccontare alla redazione di fuoridalcomune.it quelle giornate. Radaelli aveva infatti partecipato al corteo delle tute bianche guidate da Luca Casarini e ha scampato per poco l’irruzione alla scuola Diaz. «Sabato sera [Ndr… 21 luglio 2001]- aveva ricordato – volevamo andare a dormire alla scuola Diaz, che ci sembrava uno dei posti più sicuri perché sede del mondo dell’informazione. Solo per caso abbiamo deciso di tornare a casa».