Proroga delle misure restrittive fino al 3 maggio.
Questa la decisione inserita nel nuovo dpcm e comunicata questa sera dal Premier Conte, durante la diretta da Palazzo Chigi. La riapertura è un rischio che l’Italia non si può permettere, ha fatto capire Conte che ha invitato a mantenere alta la soglia dell’attenzione e non vanificare gli sforzi fatti, soprattutto adesso che si avvicinano la Pasqua e i ponti del 25 aprile e primo maggio.
«Quel che vi posso promettere è che se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni, cercheremo di provvedere di conseguenza».
Attività produttive
Stop prolungato fino al 3 maggio anche per le attività produttive «La nostra determinazione è quella di allentare il prima possibile le misure delle attività produttive per poter far ripartire quanto prima, in condizioni di sicurezza e a pieno regime, il motore della nostra nazione».
Variazioni
Alcune piccole variazioni però ci saranno: dal 14 aprile, infatti riapriranno – con ponderazione – cartolibrerie, librerie e negozi per neonati. Ripartiranno anche le attività di silvicultura, ovvero del taglio dei boschi per consentire forniture di combustibili solidi.
Un programma di due pilastri
Annunciata anche la pianificazione di un programma da mettere in atto una volta che la fase acuta sarà terminata. Il piano si fonderà su due pilastri: un gruppo di lavoro composto da esperti più il comitato tecnico-scientifico e la messa in atto di un protocollo di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro.
Meccanismo Europeo di Stabilità
Alla fine il premier ha voluto mettere un punto sul dibattito avvenuto nelle scorse ore: «È importante che questo dibattito si sviluppi con chiarezza, senza falsità ecco perché mi occorre l’obbligo di fare alcune precisazioni: il MES esiste dal 2012, non è stato approvato la scorsa notte, come è falsamente e irresponsabilmente stato dichiarato – questa volta lo devo dire, devo fare nomi e cognomi – da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Non è assolutamente così. Questo governo non lavora col favore delle tenebre. Questo governo guarda in faccia gli italiani e lavora con chiarezza […] L’Eurogruppo non ha firmato nulla né ha istituito nessun obbligo. L’Italia non ha firmato alcuna attivazione del MES, l’Italia non ha bisogno del MES, perché lo ritiene uno strumento del tutto inadeguato»






