Alessandro ha 24 anni,
ama scoprire nuovi cibi e cimentarsi tra i fornelli, quando è a casa e non in università a studiare Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Milano.
DALLA PASSIONE EREDITATA DALLO ZIO, AL PERMIO COME MVP DEL CAMPIOANTO
Se ci fermassimo qui, il suo ritratto sarebbe già intrigante e curioso, ma è adesso che arriva il bello.
Alessandro Vergani, brugherese, è il right tackle della linea d’attacco dei Parma Panthers, una delle squadre italiane più forti di Football Americano, che ha dominato tutto il campionato perdendo solo il finale contro i Seamen di Milano.
Proprio per il suo ruolo, che lui dice “è il più sottovalutato, ma se non funziona la O-line non si va da nessuna parte“, Alessandro è stato nominato miglior giocare italiano (MVP) per la stagione appena conclusa, premio che arriva a coronamento di un percorso che inizia con una passione ereditata in famiglia. “La passione per il football è nata grazie a mio zio, Pietro Marotta -racconta Alessandro– lui giocava quando aveva la mia età ed ha smesso quando io ho iniziato a giocare nel 2009, diciamo che c’è stato un passaggio di consegna. Adesso allena la squadra di Cernusco sul Naviglio dove ho iniziato a giocare, i Daemons“.
DALLA MARTESANA ALLA NAZIONALE
Ma dai tempi dei Daemons e della Martesana, il ventiquattrenne brugherese ha macinato yard e tanta strada, che lo hanno portato ai Parma Phanters, “Una grande società che mi ha accolto e mi ha dato la possibilità di giocare con e contro i migliori giocatori italiani e stranieri e per questo ringrazio Ivano Tira, Presidente dei Panthers… una persona fantastica!”, ma che lo ha lanciato nell’orbita della Nazionale Maggiore italiana di Football Americano: “Il primo raduno per cui sono stato convocato è stato nel dicembre del 2010 a Bologna… un freddo -ricorda Alessandro– Poi lo scorso settembre a Milano si sono disputati gli europei di fascia B, e allora ho partecipato con la Nazionale Italiana, ma purtroppo in finale abbiamo perso contro la Danimarca”. (Nella foto di copertina Alessandro è il centrale col numero 55)
DUE PAROLE SUL FOOTBALL AMERICANO… E UN MOMENTO INDIMENTICABILE
Proprio come piace a noi, il Football Americano è davvero uno sport “fuoridalcomune” in Italia, e Alessandro lo sa bene:
“Se consideriamo che il Super Bowl è la seconda finale più seguita al mondo dopo quella dei mondiali di calcio, mi vien quasi da ridere. Però è uno sport in cui devi conoscere molte regole, c’è un sacco di tattica, e questo alla media degli italiani non piace molto”. E a proposito di Superbowl, forse la sua squadra del cuore americana di Vergani, i Minnesota Vickings, non si giocheranno molte chance per la finale, ma Alessandro ha un appuntamento fisso con il grande evento sportivo che catalizza l’attenzione di milioni di persone: “Il super bowl di solito lo guardo con i miei ex compagni dei Daemons, organizziamo la serata in pub e guardiamo la partita tutti insieme”.
Entrando concretamente nello sport in questione, nonostante non prolifichi come il calcio o il rugby negli ultimi anni, il Footbal Americano nel nostro paese vanta due federazioni la FIDAF (associata al Coni e di cui fanno parte le squadre della serie maggiore come i Phanters) e la FIF, ed è diviso in 3 division, la DIV I o Italina Football League, dove degli 11 in campo uno può essere americano; la DIV II, dove gli 11 giocatori sono tutti italiani, e la DIV III dove a scendere in campo sono solo 9 atleti. Anche il settore giovanile è ben nutrito e folto con campioni nazional dall’ Under 15 sino all’ Under 19, non è detto dunque che questi giovanissimi un giorno non facciano esplodere questo sport anche da noi.
E lungo tutta la sua carriera, Alessandro ha collezionato momenti che mai cancellerà dalla sua storia sportiva e dalle sue emozioni personali: “Eravamo in semifinale contro l’Inghilterra, sotto di 4 punti a 1 minuto dalla fine e con davanti tutto il campo da percorrere… sembrava un film davvero -racconta il brugherese Right Tackel dei Phanters– a quel punto è arrivato il nostro touchdown decisivo per la vittoria. Abbiamo segnato e lo stadio è impazzito… indimenticabile”
Quella di Alessandro insomma, è una storia di fatiche e impegno, di allenamenti costanti, di sconfitte brucianti in finale e vittorie all’ultimo minuto,
di esordi nelle squadre locali dove si lottava nel fango della Martesana, fino agli Europei con la maglia azzurra e il premio di MVP: “Per come sono fatto -ha concluso- voglio essere il migliore nelle cose che faccio“.
Con questo spirito, nasce un campione.