CASSINA DE’ PECCHI
ALTRI PROBLEMI, MA I LAVORATORI DELLA NOKIA NON SI ARRENDONO

Area Nokia-Siemens a Cassina de Pecchi
Area Nokia-Siemens a Cassina de Pecchi
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Alla Nokia Solutions Networks (Nsn) di Cassina de’ Pecchi, storica azienda Hi-Tech alle sponde del Naviglio, il vento della crisi continua a soffiare e per le centinaia di lavoratori della fabbrica la speranza di una ripresa concreta della produzione sembra sempre più lontana.

Marco Bassani, Rsu Fiom Di Nsn, ha raccontato alle cronache la vicenda che è toccata ai 160 lavoratori in cassaintegrazionelunedì 12 maggio, dopo 21 settimane di “assenza obbligata”, frutto dell’accordo tra Nsn e i sindacati dello scorso dicembre, tutti i lavoratori avrebbero dovuto riprendere i loro posti di comando.

Però non è andata proprio così. Durante il periodo di Pasqua la dirigenza di Nokia, ha deciso di concedersi il “ponte” di una settimana di vacanza in più, posticipando di fatto il rientro dei dipendenti in cassintegrazione di un’altra settimana. E non solo. Oltre il danno, anche la beffa. In quest’ultima settimana di chiusura dell’azienda, la cassaintegrazione è stata sospesa, costringendo i lavoratori ad usufruire dei loro giorni di ferie.

I sindacati hanno alzato perciò la voce: “Questa è una violazione dell’accordo firmato e non è ammissibile che i lavoratori debbano sprecare i loro giorni di ferie a fronte della chiusura totale dell’azienda. I cassintegrati non lavorando non sono nemmeno riusciti ad accumulare ore di ferie e si ritrovano quindi in debito rispetto al monte ore ad essi spettanti. Incredibile.”
Si è rivelato inutile il tentativo di protesta iniziato da una cinquantina di dipendenti di fronte alla sede della Nokia. Avrebbero voluto parlare con il responsabile delle risorse umane ma hanno trovato la porta chiusa. Quello di Nsn purtroppo è un caso come tanti in Martesana, in special modo nel territorio che un tempo era conosciuto come “Silicon Valley italiana”.

 

IL PANORAMA SUL TERRITORIO
I dati della situazione economico-sociale della zona sono stati confermati anche nel convegno “Question time” in Brianza, svoltosi  qualche giorno fa. Un momento di coordinamento e analisi in cui è emerso una volta di più che la Lombardia, e in particolare il territorio della Martesana, rispetto al territorio nazionale stanno accusando maggiormente i problemi industriali nelle aziende dei settori dell’Ict e dell’alta tecnologia. I posti a rischio sarebbero 2.033 su 18.200 lavoratori, tra la Nokia, la Jabil, l’Alcatel e Ibm. Tutte aziende che solcano il territorio che va da Cassina de’ Pecchi fino a Segrate, fino a Vimercate.

Da qui dunque il richiamo alle istituzioni.
Al Question Time in Brianza il sottosegretario all’economia Pierpaolo Baretta, la Fim locale ed il il sindacato dei metalmeccanici della CISL hanno chiesto un ruolo più incisivo dell’esecutivo nazionale e delle istituzioni locali per cogliere le potenzialità dell’alta tecnologia, favorire nuovi investimenti e ricerca in un comparto, quello dell’Ict e dell’Hi-Tech, strategico per tutto il Paese.

Il governo deve dare indirizzi industriali al settore, creare le infrastrutture, invogliare le aziende ad investire. Queste sono le carte da giocare per salvaguardare l’occupazione sul nostro territorio e poter partecipare allo sviluppo intelligente, sostenibile ed inclusivo di Horizon 2020 (il programma europeo per il 2014-2020 per finanziare la ricerca e lo sviluppo industriale).

La palla ancora una volta torna nelle mani del governo e delle associazioni di categoria.