A Gessate la presentazione del docu-film “L’onda lunga” di Simone Pizzi

Venerdì 6 maggio alle 20.30 al “Cine Teatro San Giovanni Bosco”

Un frame dal film L'onda lunga di Simone Pizzi
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La Comunità Pastorale Divina Misericordia con le tre Caritas parrocchiali e in collaborazione con i Comuni di Bellinzago Lombardo, Cambiago e Gessate presentano “L’onda lunga” di Simone Pizzi.

La proiezione del docu-film che ha come tema la pandemia, non dal punto di vista sanitario, ma attraverso la presentazione di diverse storie di vita si terrà venerdì 6 maggio alle 20.30 presso la Sala della Comunità del “Cine Teatro San Giovanni Bosco” di Gessate.

“Solidarietà e collaborazione come trasformazioni positive”

Simone Pizzi

, regista milanese, Master in Cinema Digitale e Produzione Televisiva e Diploma in Regia cinematografica e televisiva ha al suo attivo la regia di diverse produzioni tra le quali, solo per citarne alcune, “Natural Cake” che ha ricevuto il premio della Giuria al Festival di Locarno nel 2017 e il ruolo di 2ND AD&Ispettore di Produzione in “A Bigger Splash” di Luca Guadagnino.

«Questo documentario è stato pensato ad aprile del 2020, all’inizio della pandemia– ha dichiarato Simone Pizzi-con l’idea di raccontare il Covid-19 non dal punto di vista delle difficoltà sanitarie ma di assistenza sociale ed economica che ha investito poi il nostro paese in un secondo momento. Ho identificato il tema che era quello della solidarietà e della collaborazione e ho raccolto del materiale video durante la prima settimana di lockdown: una Milano deserta, svuotata, silenziosa e unica. Era solo il punto di partenza di un lavoro che è durato un anno e mezzo».

Il docu-film “L’onda lunga” è stato commissionato dalla cooperativa IN DIALOGO e i partner coinvolti nel progetto sono stati Caritas, Acli, Comunità di Sant’Egidio e grazie al contributo della Fondazione di Comunità Milano con il supporto di Azione Cattolica Ambrosiana.

«Grazie a loro abbiamo individuato le storie e i protagonisti che sono entrati nel film e più altre storie che non sono legate a queste tre realtà ma conoscendo il territorio milanese ci sono state indicate anche attraverso la Fondazione Comunità di Milano – ha spiegato Simone Pizzi –I fondi del progetto arrivano dalla partecipazione al Bando 57 di Fondazione Comunità Milano che individua e sostiene i progetti di utilità sociale capaci di dare risposte concrete alle esigenze della comunità, sul territorio di Milano e di 56 Comuni delle aree Sud Ovest, Sud Est e Adda Martesana  che abbiamo vinto. Le riprese sono state condotte nei mesi di marzo, aprile e maggio e si sono concluse nel mese di settembre del 2021 e a novembre il docu-film è stato presentato al pubblico, per la prima volta, in Sala Alessi del Comune di Milano e da lì è iniziato il percorso di divulgazione».

“L’onda lunga” è la narrazione di circa una decina di interviste a nuclei familiari, a individui che hanno ricevuto assistenza ed aiuti sia dal punto di vista economico che relazionale e ai responsabili di associazioni e di organizzazioni che si sono resi protagonisti all’interno del loro quartiere per la collaborazione e hanno offerto il loro sostegno.

«Grazie all’impegno di tutti gli Enti che hanno sostenuto il progetto ho potuto dare forma a un documentario che era in partenza complicato per via delle oggettive difficoltà contingenti– ha sottolineato Simone Pizzi- È stato necessario trovare la giusta distanza dalle persone che incontravo e che si mostravano incerte se prendere parte a questo film, perché la vergogna è il sentimento che accompagna coloro che hanno do-vuto chiedere aiuto. La perplessità principale era quella di come restituire al pubblico un racconto veritiero evitando il pietismo e una facile retorica tanto più che la ferita endemica che attraversa il film è una ferita che appartiene a tutti noi e non necessita di essere espressione né di un analogo né di una metafora– e ha concluso Simone Pizzi-La pandemia ci è stata raccontata principalmente come momento drammatico e doloroso. Ho voluto con questo film ripercorrere le difficoltà sociali ed economiche presentando delle storie di persone che fra tante difficoltà hanno provato a tracciare una nuova strada per la rinascita individuale ma soprattutto per quella della nostra comunità. Il film vuole essere uno strumento per rielaborare questi due anni di pandemia per permettere a tanti di apprezzare le trasformazioni positive che questo virus ha portato nelle nostre vite».

 

Augusta Brambilla