Da giugno via libera ai centri estivi: ecco come saranno organizzati

A stabilire le linee guida il Dpcm del 17 maggio. Organizzazione in piccoli gruppi, triage di accoglienza e attività all'aria aperta

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Fase 2 significa anche riapertura dei centri estivi, servizi essenziali proprio in un momento in cui molte persone stanno tornando al lavoro. Una sfida necessaria ma complessa, che chiederà una particolare attenzione da parte degli operatori che dovranno organizzare ingressi e uscite, far mantenere le distanze e prestare attenzione all’igienizzazione degli ambienti.

L’organizzazione del servizio

Per scongiurare eventuali contagi il servizio sarà organizzato in piccolo gruppi di bambini e adolescenti e saranno dunque necessari una pluralità di spazi. Sono ovviamente da preferire le attività all’aria aperta e, in caso di necessità di svolgerne alcune all’interno dei locali, questi dovranno essere areati con continuità.

Per meglio organizzare i piccoli gruppi e controllare il distanziamento sociale il protocollo allegato al Dpcm prevede dei rapporti numerici precisi tra operatori e bambini e adolescenti. Per la fascia di età dai 3 ai 5 anni, ogni 5 bambini dovrà esserci un operatore, per quella tra i 6 e gli 11 anni, il rapporto è di un operatore ogni 7 bambini, per gli adolescenti tra i 12 e 17 anni, infine, un operatore ogni 10 ragazzi. Anche le modalità di ingresso saranno regolamentate, con un triage e passaggi prestabiliti. Ai genitori verrà chiesto se i bambini hanno avuto sintomi specifici, come febbre o tosse secca. A ogni bambino e adolescente sarà misurata la temperatura e all’ingresso, dove dovrà anche igienizzare le mani.

Uno sguardo a bambini e ragazzi con disabilità

Particolare attenzione è stata riservata per bambini e ragazzi disabili che, in un periodo difficile per tutti, hanno sofferto il lockdown ancora più degli altri. «Nella consapevolezza delle particolari difficoltà che le misure restrittive per contenere i contagi hanno comportato per i bambini e adolescenti con disabilità e della necessità di includerli in una graduale ripresa della socialità – si legge nel protocollo –  particolare attenzione e cura vanno rivolte alla definizione di modalità di attività e misure di sicurezza specifiche per coinvolgerli nella attività».