Cernusco, Comprensivo Hack: resa dei conti in Consiglio d’Istituto

Showdown in Consiglio di Istituto. Mozione di sfiducia al Presidente e assemblea annullata. La Dirigente Strignano: «Genitori utilizzati come strumento di pressione». Giacomazzi: «La Preside fa i capricci»

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Da Consiglio di Istituto ad assemblea improvvisata con 150 genitori fuori dalla scuola. Risultato: un pasticcio. E’ quello che è successo martedì 11 giugno, in piazza Unità d’Italia a Cernusco sul Naviglio, dopo che il Consiglio d’Istituto del comprensivo Margherita Hack è saltato per mancanza del numero legale e le persone sono state fatte uscire dalla scuola.

I punti salienti in discussione dovevano essere il rendiconto sui progetti finanziati con il piano di diritto allo studio e la possibile mancanza del tempo pieno per le prime due settimane del prossimo anno scolastico (settembre 2019). Ma in realtà il vero motivo del “balletto” è stato uno scontro tutto interno all’organo rappresentativo, che vede la maggioranza dei membri decisi a sfiduciare il Presidente Gerardo Giacomazzi.

MANCANZA DEL NUMERO LEGALE

Questo Consiglio d’istituto non s’ha da fare. Questo, in sintesi, il messaggio che la maggior parte dei membri dell’organo scolastico e la Dirigente, Stefania Strignano, avrebbero comunicato al Presidente, Gerardo Giacomazzi, nei giorni precedenti (precisamente il 6, 7 e 8 giugno) il Consiglio d’Istituto.

Il motivo sarebbe la richiesta di un consiglio straordinario, chiesto dalla maggioranza, compresi preside e il Vicepresidente Antonio Topo, per sfiduciare proprio il Presidente.

CONSIGLIO STRAORDINARIO. SÌ, MA QUANDO?

Sulla necessità di fare un consiglio straordinario sembravano essere tutti d’accordo, ma non sui tempi. E’ stato questo dunque il motivo che ha portato la maggioranza dei rappresentanti a disertare l’assemblea ordinaria convocata martedì 11 giugno.

«Hanno chiesto un consiglio straordinario con all’ordine del giorno la revoca della mia presidenza – ha detto Giacomazzi – Ho accolto la richiesta dicendo che lo avrei convocato pochi giorni dopo quello che era già previsto a calendario [ndr…  quello di ieri]».

Per Antonio Topo, che annuncia le sue dimissioni «in assenza della convocazione di un consiglio straordinario» però, «la priorità è avere un presidente che rappresenti la maggioranza del consiglio», mentre per la Preside Strignano il diniego della convocazione del consiglio straordinario sarebbe un vero e proprio «abuso di potere, perché viola l’articolo 11 della circolare 105 del ’75 che impone al Presidente la convocazione del consiglio straordinario se richiesto dalla maggioranza dei membri».

PRESENZA DEI GENITORI

Il rendiconto sulle attività del piano di diritto allo studio e la discussione sul tempo pieno nelle prime due settimane del nuovo anno scolastico sono sicuramente due motivi validi per veder confluire, in qualità di uditori, molti genitori. Ma se Preside e maggioranza dei membri del consiglio avevano già comunicato la loro assenza, rendendo così scontata mancanza del numero legale, cosa ci facevano 150 persone all’interno della scuola? Nessuno li ha avvisati? Tutt’altro. In realtà “la chiamata alle armi dei genitori” sarebbe arrivata via whatsapp il giorno stesso proprio dallo stesso Presidente e il nutrito gruppo di genitori era lì,  ha dichiarato Giacomazzi «per una manifestazione di vicinanza nei miei confronti».

«I genitori sono stati utilizzati come strumento di pressione», secondo la Preside. «E Giacomazzi – ha aggiunto il vicepresidente Topo – li ha utilizzati per fare un comizio senza contraddittorio».

COMPLOTTO SÌ, COMPLOTTO NO

Il presidente Gerardo Giacomazzi non ha dubbi sul fatto che dietro la mancanza del numero legale ci sarebbe invece una chiara e precisa volontà della presidenza, che avrebbe «fatto i capricci» non giustificando la sua assenza e avrebbe spinto 11 componenti a non partecipare alla seduta.

La Preside, dal canto suo, afferma di non aver fatto altro che rispettare la volontà della maggioranza dei membri del consiglio di riunirsi in un consiglio straordinario per discutere la presidenza prima di affrontare qualunque tema di carattere ordinario, come quelli all’ordine del giorno ieri. «Fa comodo raccontare questa cosa – ha detto la Preside – La verità è che il Presidente sapeva benissimo che non ci sarebbe stato nessun consiglio d’Istituto, ma ha deciso comunque di utilizzare la scuola come palcoscenico politico».