I comuni della Martesana, con Carugate e Cernusco sul Naviglio entrano a far parte di due delle 100 tappe in cui, la meravigliosa opera “Omaggio ad Ilenia” dell’autore Alessandro Galanti, farà la sua comparsa.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna durante la mattinata dell’8 marzo,
l’installazione artistica è stata inaugurata nella città di Carugate dove l’Amministrazione Comunale ha avuto la possibilità di avere come aiutanti i ragazzi e le ragazze della V elementare in visita al Municipio per depositare un vaso di fiori ai piedi dell’opera ricordando così tutte le donne che ancora oggi soffrono e sono vittime di violenza in tutto il mondo.
Nella giornata di sabato 11 marzo, alle ore 10.30,
nel cortile di Villa Greppi di Cernusco sul Naviglio, si è svolta la cerimonia di inaugurazione della scultura, alla presenza del Sindaco Ermanno Zacchetti, dell’assessore alle Pari Oppurtunità Debora Comito e di altri rappresentanti della Giunta Comunale, Del Consiglio Comunale e delle Associazioni del territorio. Un toccante momento, durante il quale l’artista ha raccontato la filosofia dietro l’opera. La scultura resterà a Cernusco sul Naviglio per tutta la settimana, fino al 17 marzo, prima di riprendere il suo viaggio di consapevolezza e condanna della violenza che l’opera sta percorrendo verso il Quirinale a cui sarà donata. Nel 2018, infatti, è stata presentata a Palazzo Madama e da allora è itinerante per l’Italia per portare il suo messaggio in diverse città
“Omaggio ad Ilenia”
L’opera è dedicata a Ilenia Graziola, 29 anni di Nogaredo, vittima di femminicidio nel 2008.
La scultura è composta da cinque figure di donna, scolpite a grandezza naturale e placcate in oro 24kt, racchiuse in una sfera alta ben 4 metri. Al centro di essa c’è una vittima, una ragazza che ha subito realmente violenza nella sua vita: si trova al centro dell’opera ed è rappresentata in posizione di difesa, simbolo della speranza, perché lei ha ripreso in mano la sua vita. Le ragazze intorno rappresentano i quattro sentimenti: due passivi e due attivi. Essi sono la paura, rappresentata da una ragazza ferma con le braccia lungo i fianchi e gli occhi bendati, la denuncia di chi non vuol vedere e fa finta di niente, mentre l’altra è la costernazione, un’amica che si sente con le mani legate. Poi ci sono i due sentimenti attivi:
il coraggio, con una ragazza dalle braccia aperte come a volersi frapporre tra l’aggressore e la vittima, ed infine la rabbia, rappresentata con una mano aperta mentre sta bloccando l’aggressore e mentre stinge il pugno.
L’opera rappresenta infatti sia la difficoltà delle vittime e di tutte le persone toccate da queste tragedie sia una testimonianza di speranza e rinascita.
L’artista
Alessandro Galanti
nasce a Monza il 13 aprile 1975. Nel 2003 si laurea in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dopo un periodo nell’azienda di famiglia con sede a Cinisello Balsamo, attiva nel settore della meccanica di precisione, Alessandro decide di sperimentarsi come artista.
Le sue creazioni sono impreziosite dalle molteplici sfumature del pregiato materiale scelto per esprimere la sua arte: l’oro 24Kt. La trama utilizzata, invece, proviene dalla fibra del fico d’india e del fiore di loto che, una volta essiccate, creano giochi di vuoti e pieni, di luci ed ombre.
Nell’ottobre 2017 alla Biennale di Milano viene premiato per il suo talento. Selezionato per partecipare alla mostra internazionale Biennale delle Nazioni – Venezia Art Expo nel marzo 2018, Alessandro Galanti vince i tre premi della categoria scultura.






