“Lo smart working comincia dall’ufficio”: l’opera prima di Luca Brusamolino

Come cambiare e ripensare spazi e schemi lavorativi, in vista di un futuro sempre più smart

Luca Brusamolino "Lo smart working comincia dall'ufficio"
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“Smart working”  o “lavorare da casa” è una delle frasi che abbiamo sentito ripetere come un mantra negli ultimi due anni a causa della pandemia da Covid-19. Luca Brusamolino, da Melzo, Ceo di Workitect e smart working expert, ha pubblicato la sua opera prima “Lo smart working comincia dall’ufficio” nel 2021 dando parole e narrazione a un argomento di grande attualità.

Evoluzione del workplace

Laureato in Organizzazione e Risorse Umane presso l’Università degli Studi di Milano, dal 2016 si occupa di consulenza alle aziende nei processi di workplace change e nell’introduzione dello smart working.

«L’idea del libro nasce dalla scrittura della mia tesi specialistica che trattava già questi argomenti e dalla consapevolezza della mancanza di un testo di questo genere– ha dichiarato Luca Brusamolino- In Italia il tema del workplace è spesso appannaggio di architetti e facility manager ma sempre di più l’aspetto dell’esperienza delle persone è centrale. Per questo un libro scritto da un esperto di organizzazione aziendale all’interno di una collana AIDP, Associazione Italiana Direzione personale, di Franco Angeli che è pensata appunto per i responsabili delle risorse umane».

Docente del Master di Secondo Livello in HR Management presso la Business School LUM Jean Monnet, tiene seminari e testimonianze presso diverse Università e ha scritto articoli per riviste e quotidiani come Office Layout, Il Fatto Quotidiano, Persone e Conoscenze.

«La scelta del titolo è un po’ provocatoria – ha spiegato l’autore- Per lavorare in smart non occorre essere a casa anche se, negli ultimi due anni, la spinta del Coronavirus ha slegato il legame tra luogo e prestazione e ha aperto nuovi scenari sugli spazi di lavoro. Il ruolo dell’ufficio è così diventato lo strumento centrale per l’employee experience e da questa riflessione ho preso spunto per la sua stesura».

“Inserire il senso tra organizzazione e persone”

Nel libro ci sono tre collaborazioni importanti: Luca Solari, Luisa Errichiello e Philip Vanhoutte, scelti per differenti e interessanti motivazioni.

«Luca Solari è il relatore della mia tesi, è l’unico italiano nei “top 50 Influencer on Future of Work” ed è la persona che ha voluto fortemente questo libro-ha spiegato Luca Brusamolino- Philip Vanhoutte è un innovatore e un pioniere dello smart working e ha scritto lo “Smarter worker” manifesto nel 2013. Luisa Errichiello è una ricercatrice che ho conosciuto grazie a Smart Working Day ed è una delle poche persone che in Italia si occupa di spazi di lavoro, smart working e digitalizzazione nel mondo della ricerca. Il suo contributo nel mio libro è fondamentale perché arricchisce il testo con un taglio e degli approfondimenti accademici che altrimenti sarebbero mancati».

Tecnologia, spazio, lavoro, produttività e benessere sono le diverse anime che compongono lo smart working.

«Senza la tecnologia non si può parlare di smart working come non si può parlare di mobilità senza infrastrutture– ha sottolineato Luca Brusamolino- Da qui parte questa rivoluzione che impatta fortemente sul lavoro come lo conosciamo; dal modello taylorista il patto tra lavoratore e datore di lavoro da cui derivano gli elementi fondanti dei contratti sono luogo, orario, potere direttivo e salario/stipendio. Lo smart working scardina i primi due obbligandoci di fatto a ripensare agli altri: pensiamo infatti al continuo aumento dei lavoratori freelance e alla c.d. great resignation in cui per la prima volta nella nostra storia una percentuale altissima di dipendenti ha lasciato il proprio lavoro senza avere nulla. Il Covid-19 ci ha fatto ripensare completamente alle nostre priorità ed è quindi fondamentale inserire il SENSO in quello che si fa all’interno del nuovo patto tra organizzazione e persone. Lo smart working è quindi solo un passaggio di questa profonda rivoluzione».

Tante e diversificate le progettualità future alle quali guarda con slancio ed entusiasmo. «Mi piacerebbe tantissimo ampliare il concetto di smart working e del lavoro ibrido con i temi della mobilità e del futuro delle nostre città anche attraverso la crescita dei coworking e – ha concluso Brusamolino- spero che la Martesana possa essere un esempio per tutta la Lombardia dato che a livello di infrastrutture è molto ricca».

Augusta Brambilla