Arrivata al non indifferente traguardo del suo primo romanzo, Mirfet Piccolo si è decisamente affermata come brillante scrittrice in Martesana. L’autrice classe 1977 infatti, dopo un periodo di studi a Londra, le prime raccolte di racconti e le vittorie a concorsi locali e nazionali, vedrà a breve la pubblicazione di ‘Il disordine naturale delle cose’ (presentato all’AtrionCafè di Carugate e di cui avevamo già parlato qui), il primo libro per l’edizione Bookabook figlio di un progetto di crowdfunding.
Chiedendole da dove sia nata questa spiccata passione per la scrittura, l’autrice non ha dubbi “Sicuramente è il frutto della mia passione per la lettura che ho sempre coltivato fin da quando ero piccola leggendo i grandi classici”. A scrivere infatti Mirfet aveva cominciato alle superiori “Quando ero ancora convinta di poter scrivere un poema! – conferma ridendo – All’inizio sono partita con dei racconti, soprattutto favole, una forma molto più difficile di quanto appaia e che richiede delle tecniche specifiche. Quello che ho imparato fin da subito è che quando si scrive non bisogna mai perdersi d’animo: all’inizio, probabilmente solo un 10% di quello che si è fatto è veramente di qualità, mentre il resto è da buttare. Ho capito l’importanza della riscrittura e del sapersi editare, un lavoro molto certosino, ma essenziale per fare sempre meglio.”
Dal duro lavoro però cominciano a vedersi i primi risultati con le prime raccolte di racconti della giovane scrittrice come ‘The Last Men on Earth’ e ‘Se non torno non mi cercare’, segnalata quest’ultima al Premio Italo Calvino XXIV edizione. “Sono svariati i concorsi a cui ho partecipato, alcuni anche senza successo. L’emozione più grande però è stata vincere il concorso letterario Liberi di Scrivere edizione 2009; soprattutto perché mi ha permesso di conoscere Gianni Biondillo, redattore di prestigiose riviste culturali e , al tempo, parte della commissione esaminatrice del concorso. È stato lui infatti a propormi ed introdurmi alla rivista letteraria Nazione Indiana, per la quale tutt’ora scrivo e che per me è stata fonte di grandissime soddisfazioni”.