COLOGNO
LE AUTO BRUCIATE E LA TRISTE STORIA DEL CLOCHARD ALBANESE VIVO PER FORTUNA

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Il problema delle auto incendiate e poi abbandonate nei parcheggi per mesi, non è certo una novità dell’ultima ora a Cologno Monzese, che su questa piaga si è costruita purtroppo anche una pessima fama. Vero è che nelle ultime settimane, in modo particolare in zona Quartiere Stella e San Maurizio, gli episodi di vandalismo a danni di autovetture si sono susseguiti in modo preoccupante. Prima gli acidi a sfregiare le carrozzerie in modo permanente, e poi incendi veri e propri.

Fossimo in un telefilm americano, basterebbero 40minuti di puntata per trovare il piromane di turno inquadrarlo e consegnare tutto alla giustizia. Ma calati nel mondo reale, non bastano mesi e mesi di lamentele, di denunce e di fotografie scattate a immortalare la situazione. E’ c’è chi si chiede già come stia operando in tal senso il tavolo della sicurezza. Qualcuno che delinque c’è, è evidente, e purtroppo c’è chi ne fa le spese, a volte in modo terribile.

La tragedia infatti, si è sfiorata per miracolo in Via Guzzina, dove l’auto (foto copertina) nella quale risiedeva un clochard di origini albanesi, un uomo di sessant’anni nullatenente, è stata data alle fiamme una sera della scorsa settimana. Il caso fortuito ha voluto che l’uomo in quel momento non fosse, all’interno del veicolo a dormire come sua abitudine da anni, ma che fosse andato a mangiare un panino con i soldi racimolati dalla questua. A gettare un’ombra inquietate su questo episodio, il fatto che la storia di quest’uomo sia finita su alcune pagine Facebook, con foto e commenti postati da numerosi utenti indispettiti per la presenza costante del sessantenne all’incrocio con Via per Imbersago. Se i soldi per quel panino non fossero stati abbastanza, ora parleremo di un senzatetto morto nella sua auto data alle fiamme da ignoti.

Giunto in italia ha perso il treno dell’integrazione, un po’ per la difficoltà ad inserirsi ad una certa età, ma soprattutto per una consapevole scelta di vita, l’uomo aveva preferito rinunciare ad una casa e la sua normalità era tutta in quell’auto ormai carbonizzata. Per questo i servizi sociali, che negli anni già si mossero sebbene senza successo, stanno ritentando la via del rimpatrio. “E’ ormai l’unica soluzione per un uomo che qui non aveva molto e ora non ha più nulla a causa di un atto tremendo che chi ha commesso sapeva bene cosa rischiava di procurare -ha commentato l’ex Assessore ai Servizi Sociali Giovanni CocciroHo parlato con il Vicesindaco Cerioli e mentre si lavorerà per il rimpatrio, almeno si è garantito un ricovero serale per questa persona ancora in vita per pura fortuna”.