COLOGNO
“IO STO CON LA SPOSA”, DOCUFILM EVENTO DEL MOMENTO, PRESENTATO IN VIA NERUDA

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Metti cinque giorni dell’uggioso autunno 2013, tremila chilometri, un giornalista, un poeta palestinese siriano e un regista televisivo.
Aggiungi cinque profughi siriani appena sbarcati a Lampedusa, una finta sposa e il rischio di 15 anni di galera, poi condisci tutto con un’idea geniale.

Quel che viene fuori con questi ingredienti, è “Io sto con la sposa“, un film documentario che verrà illustrato dagli stessi protagonisti nella serata di venerdì 30 maggio alle ore 21.00 in Via Neruda 5, negli spazi del Laboratorio Contro la Guerra Infinita. 

L’IDEA E IL VIAGGIO
Il racconto, firmato da Gabriele Del Grande, giornalista e autore del blog Fortress Europe, dal poeta palestinese siriano Khaled Soliman Al Nassiry, e dal regista Antonio Augugliaro, è la storia della folle ed emozionante idea dei tre autori, di aiutare cinque amici siriani scappati dalla guerra, a raggiungere Stoccolma in cerca di una vita nuova e una possibilità di futuro. Ma attraversare l’Europa significa passare le frontiere militarizzate, affidarsi ai contrabbandieri, rischiare di venire presi, bollati e rispediti a casa nella migliore delle ipotesi.

Per aiutare i cinque profughi dunque, i tre autori hanno inscenato un finto corteo matrimoniale in partenza dall’Italia per raggiungere la Svezia, “perché tanto chi fermerebbe un corteo nuziale per chiedere i documenti alla sposa?“, con tanto di abiti da cerimonia, una sposa e un gruppetto di amici italo siriani invitati alla cerimonia, sotto le cui spoglie vi erano i membri di una piccola troupe che avrebbe girato tutto il viaggio e ripreso il racconto drammatico dei cinque profughi, così come l’aspetto un po’ da “mascherata” che ha comunque accompagnato questo atto di disobbedienza civile.

Un’idea che è andata a buon fine in quello che era l’intento, con i siriani in fuga che hanno trovato posto a Stoccolma, ma un ‘idea che è rimasta sempre sospesa tra la speranza, la paura, il dramma della fuga e gli aspetti invece più conviviali, divertenti e aggreganti del viaggio, con un briciolo di incoscienza e un rischio altissimo per i tre autori, che ancora è tale: essere arrestati e rischiare 15 anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “Oggi ci autodenunciamo, è un rischio folle quello che ci stiamo prendendo – spiegano gli autori sulla pagine del Redattore Sociale -. Ma vogliamo credere che esista una comunità di persone, in Europa e nel Mediterraneo, che come noi sognano che un giorno questo mare smetta di ingoiare le vite dei suoi viaggiatori e torni ad essere un mare di pace, un mare dove tutti siano liberi di viaggiare, e dove nessuno divida più gli uomini e le donne in legali e illegali”.

IL SOGNO DEL FESTIVAL DI VENEZIA E IL CROWDFOUNDING
Il docufilm è già stato montato ed ora è in fase di post produzione, ma l’idea degli autori è di portarlo al Festival Del Cinema DI Venezia, sebbene non abbiano nessuna casa di produzione alle spalle. Per farlo quindi, hanno bisogno di fondi, e hanno voluto coinvolgere tutta la società civile per avere un sostegno e rendere questo progetto ancora più sociale. Per questo hanno lanciato un crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere 75 mila euro (ad ora sono arrivati a quota 25.000). Ognuno potrà quindi dare il proprio contributo, prenotando una proiezione pubblica in anticipo, o il download del film, o in alternativa il futuro libro, dvd e streaming (per contribuire clicca qui)

Proprio in quest’ottica è organizzata al serata del Laboratorio, per sostenere questo progetto ambizioso e già di per sé incredibile, che se riuscisse a sbarcare a Venezia darebbe visibilità ad una storia emozionante, di amici che aiutano amici, organizzando un finto corteo matrimoniale e attraversando le frontiere dell’Europa facendosene beffa, per affermare l’importanza del diritto alla vita.