VIMODRONE – Oltre trecento persone a parlare di mafia con Dalla Chiesa e Don Burgio

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Pubblico delle grandi occasioni quello che ha affollato l’auditorium di via Piave lo scorso venerdì 26 Ottobre.

Più di 300 persone tra giovani, giovanissimi, adulti  e persino bambini, hanno assistito all’incontro intitolato “La criminalità organizzata e i giovani : comprendere e dire no!” organizzato dall’associazione culturale “Noi Ci Siamo!”.

Un pubblico eterogeneo che ha assistito ad un incontro intenso e a tratti emozionante.

Oltre ai  genitori, mamme con figli piccoli, educatori di oratori, maestre con i ragazzi delle loro classi, responsabile del C.A.G. del paese, sindaco e giunta comunale e  Comandante dei carabinieri, notevole è stata la partecipazione della cosiddetta “società civile”.

L’iniziativa ha visto la presenza di ospiti illustri quali il Dottor. Fernando Dalla Chiesa, noto sociologo e scrittore italiano,  professore associato di Sociologia della Criminalità Organizzata presso l’Università degli Studi di Milano e presidente onorario di Libera e Don Claudio Burgio, fondatore dell’associazione “Kayros” e educatore presso il carcere minorile “Beccaria” di Milano.

E’ stato Mattia Murnigotti, uno dei 5 ragazzi dell’ associazione “Noi Ci Siamo!” a introdurre la serata.

Dopo aver ringraziato i presenti,  il giovane vimodronese ha messo  l’accento sul fenomeno criminoso come “un mostro che ci sta inghiottendo senza che noi ce ne rendiamo conto e per sconfiggerlo è necessario conoscerlo, comprenderlo, fino a coglierne i punti deboli ”.

A prendere la parola, subito dopo è toccato al  Dott. Dalla Chiesa, che si è soffermato molto sul metodo educativo e sulla “forza dell’esempio come unica via per sottrarre il giovane all’illegalità”.

Interessanti  gli esempi riportati come quello di Aurelio Grimaldi, educatore e insegnante di italiano nel carcere di Palermo, che insegnò la democrazia e non parlo di mafia ai suoi “alunni” . “La storia di Aurelio Grimaldi contro il crimine organizzato” – dice Dalla Chiesa- “ è leggibile tramite la metafora del corpo a corpo continuo che un soggetto vive, corpo a corpo segnato da molte umiliazioni che il crimine riesce a infliggerti, ma se si resiste, se si lotta senza demordere, si vince la criminalità”.  Altro elemento importante sottolineato dal professore è la diversità di reclutamento giovanile che hanno i diversi sistemi mafiosi : “La camorra recluta i ragazzini appellandosi al loro riscatto sociale, ‘ndrangheta e mafia hanno regole precise di affiliazione”.

In seguito l’intervento di Don Claudio Burgio che ha esordito affermando che la sua lettura del mondo criminale non può e non deve essere negativa e senza speranze. “Non bisogna consegnarsi a una visione di morte” – dice – “ma avere come ideale un bene più grande per la propria vita e di coloro che ci stanno intorno perché il modo vero per sconfiggere il male è affidarsi al Bene. La mitizzazione delle figure negative è la causa del male di oggi per i giovani”.

Anche Don Claudio ha voluto sottolineare con esempi reali quanto sia importante  “trovare un punto di contatto umano con i ragazzi che vivono realtà criminose”, affermando inoltre che “purtroppo oggi la cultura dell’io è troppo forte nella nostra società. Serve il recupero di una coscienza adulta e di una cultura del noi” e ha chiuso il suo intervento citando una famose frase di Don Milani da lui rivisitata : “Meglio affidarsi a una Madre brutta che non avere nulla”.

Particolarmente intenso e ricco di contenuti anche il dibattito tra il pubblico.

Il primo intervento è stato quello del responsabile del C.A.G. di Vimodrone, Nico Acampora, che ha portato una testimonianza decisa del metodo educativo da intraprendere con i ragazzi oggi, visto il cattivo esempio che viene dato da coloro che spesso sono mitizzati.

La domanda più bella e spontanea è stata posta da un giovanissimo ragazzo delle medie presente in sala che con estrema purezza, quella che solo i bambini hanno ancora, ha chiesto a Don Claudio se la mafia fosse presente in Oratorio. Dopo il lungo applauso e i complimenti al ragazzo, Don Claudio ha risposto ,sorridendo, che fortunatamente quando era lui il responsabile dell’Oratorio di Vimodrone sicuramente non c’era, ma poi, tornando serio, ha ammonito i presenti dicendo di non abbassare mai la guardia.

L’ultima domanda posta al Dottor Dalla Chiesa era sull’evoluzione del sistema criminale organizzata nel corso degli anni, più nello specifico se questi rapporti con il potere politico emersi in Regione Lombardia e i continui rapporti, più classici, con i cittadini più comuni dell’hinterland per lo spaccio o le violenze, si devono leggere come un progressivo imborghesimento della criminalità organizzata. La risposta è stata chiara e precisa : “E’ importante non immaginare i mafiosi in generale come colletti bianchi. I mafiosi vogliono che si mantenga la loro superiorità nei confronti degli esperti (Politici, dottori, avvocati, ingegneri ecc.) che a loro si vendono”.

Al termine della serata i due ospiti hanno presentato i loro ultimi libri composti (per Don Claudio prima e unica opera prodotta) su richiesta del relatore. Il libro scritto da Dalla Chiesa in collaborazione con la dottoressa Panzarasa è intitolato “ Buccinasco. La ‘ndrangheta al Nord” ; mentre quello di Don Claudio Burgio è intitolato “Non esistono ragazzi cattivi”.

Dopo i ringraziamenti e saluti del Sindaco,  Antonio Brescianini, le foto di rito con tutti i partecipanti e gli organizzatori.

M.M.

L’associazione “Noi ci Siamo”, organizzatrice della serata