COLOGNO
UN GRUPPO FACEBOOK SUI “BANNATI DA COCCIRO” SCATENA IL CAOS. IL CAPOGRUPPO PD: “SIAMO ALLA FOLLIA”

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E’ nato quasi per scherzo il gruppo Facebook “Cocciro ci ha bannati”, con l’intento di riunire in una pagina tutti coloro che nel tempo sono stati bannati dall’ attuale capogruppo PD Giovanni Cocciro; ma in poche ore le iscrizioni al gruppo sono salite a 94, e da lì è iniziato l’effetto palla di neve, che parte piccolina rotolando dalla cima della montagna, e arriva come una valanga a valle abbattendosi su qualunque cosa.

Così è stato più o meno. “L’idea è nata spontaneamente vedendo che sulla pagina di “non sei di Cologno se..” era in corso un dibattito tra persone che erano collegate tra di loro solamente dal fatto di essere state bannato da Cocciro. Ho pensato di far nascere il gruppo quasi come uno scherzo, immaginando che avreibe raccolto si e no una decina di “sfigati”. Invece è andata molto diversamente e sono il primo ad essere rimasto sorpreso”. Queste sono le parole di Enzo Taormina, classe 1943 e fondatore del gruppo, che proprio per come stanno andando le cose ora, sta già meditando di chiudere la pagina e ritirarsi lui stesso da Facebook (per quanto sino ad oggi non ci siano attività personali sul suo diario se non per tag apportati da altri utenti): “Mi sono dato un paio di giorni per decidere -ha spiegato- questa vicenda mi sta provocando grande amarezza per alcune delle reazioni arrivate. Questi sono i casi in cui si comprende che i politici, anche quelli dell’ultima ora, alla fine si sostengono l’uno con l’altro“.

Ma cos’è successo di così tanto clamoroso dall’apertura della pagina ? E’ accaduto che il mondo politico si è un po’ diviso tra i solidali al capogruppo PD, e altri iscritti alla pagina in questione (ad esempio il Sindaco), ed è successo che si sia scatenato il dibattito su social, e che tra i membri iscritti siano comparsi utenti che in passato avevano esplicitamente denigrato l’attuale capogruppo, arrivando in alcuni casi anche a minacce personali e ad insulti trascesi con tanto di fotomontaggi (foto sotto).13012755_10207492491009071_7427512538148242982_n

“Tutto è iniziato nel periodo di Pasqua, quando ho pubblicato una foto di una vetrina saltata in aria in Piazza Italia e ho commentato chiedendomi cosa stesse succedendo a Cologno -ha spiegato Giovanni CocciroDa lì in poi sono partite serie di insulti, volgarità e oscenità inaudite; minacce, cattiverie personali, frasi irripetibili. E ora siamo addirittura ad una pagina che raccoglie anche tutti questi individui, che per ovvie ragioni ho bannato, oltre ad altri è vero, ma è mio legittimo diritto bannare qualcuno che trovo irrispettoso nei miei confronti in qualsiasi modo mi manchi di rispetto. Creare un gruppo Facebook che ha il chiaro intento di deridermi, mi sembra uno scherzo sfuggito dal controllo di chi lo ha creato, persona che tra l’altro non conosco nemmeno e su cui mi informerò”.

“Bastardo infame” è forse uno degli insulti meno cattivi ricevuti dall’ex assessore; molti altri vertono su bassa ironia legata all’aspetto fisico del capogruppo (come nell’ immagine a lato), e altri ancora hanno pensato di ironizzare così: “Signor Cocciro infame, per lei solo (sa)lame”. Tutte cose queste, che non sono state caricate nella neonata pagina, la cui creazione però, arrivando dopo un escalation di episodi ripetuti, ha mandato in collera il capogruppo PD: “Siamo alla follia -ha detto- che io possa stare antipatico a molti ci sta, ma che non possa fare opposizione o muovere una critica publica a questa amministrazione, senza venire deriso, insultato, criticato al di là del confronto pacato, è inaccettabile. Non sopporto più questo atteggiamento di stalker inconsapevoli travestiti da cyberbulli un po’ troppo cresciuti. Mi sono consultato già con il Maresciallo e ho contatto un legale, la diffamazione e l’ingiuria su Facebook sono perseguibili, e lo spiegano l’articolo 594 e 595 del codice penale, che definiscono ingiurie le offese all’onore e al decoro di una persona, e diffamanti le affermazioni di chi, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione. Ho conservato nomi e post, e ora procedo legalmente.

Sulle minacce, Taormina ha un’idea chiara: “Solidarietà totale a Cocciro per eventuali minacce ricevute che non hanno nulla a che vedere con questa iniziativa, e diffido chiunque dall’insinuare una cosa del genere. Non ho insultato né minacciato nessuno, se bannare è legittimo, anche dire di essere stati bannato è allo stesso modo legittimo. Sempre che si rimanga nel confronto/scontro tra persone civili, senza insulti né minacce di alcun tipo“. Per il resto non le manda a dire: “Stiamo parlando di un personaggio pubblico, che quando parla degli altri non va tanto per il sottile: l’assessore Magro diventa “Pasqualino Maraja”, Stefano Facchi che pure è dello stesso partito, diventa “il membro” della direzione regionale e lascio a voi interpretare, e Del Corno è “il patetico che balla da solo” -ha proseguito Taormina- Facebook offre un’opportunità incredibile per chi voglia tagliare i rapporti “fastidiosi”: basta togliere l’amicizia e tutto si risolve li. Bloccare le persone, invece, è l’atto, per quanto legittimo, più antidemocratico e arrogante che vi sia, perché togli di mezzo qualsiasi possibilità di confronto e “impone” una scelta totale”.

Taormina non sembra credere molto alle possibili querele che potrebbero arrivare, e anche in questo caso le sue parole verso il capogruppo PD sono taglienti: “Sono finiti i tempi in cui pagava paperone, ovvero si facevano le cause usando gli avvocati del comune, tanto pagavano i cittadini -rilancia il fondatore del gruppo Facebook- Adesso per fare una querela, anche per Cocciro come per tutti gli umani, bisogna mettere mano al portafoglio, e  finirà tutto in una bolla di sapone”. Giovanni Cocciro però non sembra proprio di questa idea, e oltre a rilanciare le sue intenzioni, precisa: “Intanto da quanto ho minacciato querele, il tono del gruppo è cambiato, così come il nome stesso e l’immagine di copertina” e prosegue: “Mi chiedo poi chi siano gli amministratori dei gruppi Facebook “Sei di Cologno se…” e “Non sei di colgono se…” , che non filtrano i commenti e i post di nessuno, e consentono che compaiano minacce e insulti personali gravi”.

Ancora una volta l’utilizzo dei social scatena un polverone in città, era successo prima con il caso Corradini (qui), capita ora, e forse ricapiterà in futuro proprio per quanto Facebook ha pervaso la nostra comunicazione segnando un confine labilissimo tra la libertà d’espressione e ciò che si trasforma in aggressione verbale. Intanto ci sarà da capire che fine farà la pagina “Cocciro ci ha Bannati”.