COLOGNO MONZESE
POLEMICA RIAPERTA SULLA CHIUSURA DI UNA SEZIONE DEL NIDO DI VIA BOCCACCIO

Immagine di repertorio
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Durante il consiglio comunale dell’8 febbraio, la questione ‘Nido Boccaccio‘ era saltata fuori, incalzata dai dipendenti comunali preoccupati per  la chiusura delle iscrizioni presso la struttura per il marzo 2017. In quell’occasione, le spiegazioni dell’assessora alla partita Dania Perego furono immediate, e nella sera stessa spiegò che avrebbe chiuso solo una sezione delle due del nido in quesitone, e in via sperimentale.

Da cos’era dettato questo esperimento ? “Boccaccio ed Emilia sono gli unici nidi a gestione comunale –disse allora Perego- solamente che in via Emilia parte del personale mancante è coperto con esterni che sono un costo notevole per il comune con quasi 380.000 euro. Se spostassimo il personale di Boccaccio in via Emilia, la struttura potrebbe reggersi da sola senza esterni”.  Una questione di risparmio sostanziale dunque, che ammonterebbe a circa 290 mila euro, dato che questa operazione porterebbe le risorse necessarie a 90.000 euro.

L’idea in sostanza, concretizzata poi con la delibera di giunta del 1 febbraio, l’avevamo spiegata già settimane fa in un nostro articolo. Si tratta di ampliare la capienza degli asili non comunali, come Taormina e Battisti, che al momento accolgono meno iscritti di quanto potrebbero. Battisti potrebbe ospitarne 66 ma ne ospita 41 perché attende la fine dei lavori in un’aula, Taormina invece potrebbe accoglierne 54 ma ne ospita 36 per mancanza di fondi, una carenza cui il comune dovrebbe provvedere per avere piena capienza, ma che pare cosa fattibile: “In questi asili il comune copre la differenza tra le rette e il costo a bambino, ma è comunque un costo meno oneroso che quello attivato per pagare il personale esterno –aveva affermato Dania Perego ad inizio febbraio- E’ chiaro che questa è una prova in via sperimentale, e importante è che non si creino liste di attesa la dove non ce ne sarebbero. Vediamo come va”.

IL CASO È RIESPLOSO
L’argomento è dunque tornato caldo, e si è resa necessaria una riunione chiarificatrice tra assessora e genitori, terrorizzati dall’idea di non avere un servizio garantito. I bambini già iscritti non vedranno cambiamenti, nemmeno nel personale che li ha sempre seguiti, e una sezione del Boccaccio resterà aperta anche per l’anno 2018/2019, dopo il quale si potranno valutare altre possibilità secondo dei criteri: soldi disponibili e richieste del territorio. Va precisato, per quanto riguarda i lavoratori, che le dipendenti del comune di sede in via Boccaccio, verranno trasferite in via Emilia ma senza variazione di mansioni o di retribuzione.

E’ necessario razionalizzare anche se questo, all’inizio, comporta un cambiamento faticoso –commenta adesso l’assessora Perego- Alla fine di questa operazione il servizio dei nidi per la prima infanzia risulterà potenziato con 13 posti, con un risparmio economico notevole che verrà riversato sempre sulla scuola. E’ un risultato molto importante da non sottovalutare”.  Ma perché ridimensionare proprio il nido di Boccaccio ? “La presenza in zona di altri nidi comunali, come via Taormina e via Pascoli, ha permesso di ripiegare su questa struttura –ha concluso l’assessora– Impensabile invece ridimensionare il nido di via Emilia, l’unico presente a Cologno sud, per un ampio bacino di utenza”.

Dietro a questo ragionamento però, c’è chi ci ha letto dell’altro, come Pino angelico, ex assessore della giunta Soldano e attuale segretario di Sinistra Colognese, secondo il quale, spiegando la questione così, in realtà  “si scrive, senza ombra di interpretazioni, che l’asilo nido di via Boccaccio sarà definitivamente chiuso e che gli utenti, bambini piccolissimi e loro genitori, verranno spostati in via Taormina e,o, in via Battisti a San Maurizio, luoghi che chiunque abiti a Cologno sa non essere certo vicini a via Boccaccio, non l’assessore Perego evidentemente. Luoghi che dovranno essere raggiunti solo in macchina, per chi ce l’ha naturalmente, con evidenti disagi soprattutto nelle stagioni fredde, per i bambini e i loro accompagnatori, e con evidente aumento del traffico e dell’inquinamento. Un pensiero andrebbe rivolto anche a chi non ha la fortuna di contare su nonni automuniti, o di permettersi di pagare tate, sempre automunite”.

Questa volta a chiudere la questione è intervenuto il sindaco Angelo Rocchi, che supportando il progetto approvato dalla sua giunta, ha specificato: “In conclusione il  processo di riorganizzazione interna del servizio asili nido comunali permetterà di raggiungere molteplici obiettivi: risparmiare risorse economiche per circa 100.000 euro l’anno, che verranno reinvestite nel settore scolastico, aumentare la capienza dei nidi che passerà da 259 a 272 posti, e tutelare il lavoro delle dipendenti comunali alle quali è richiesto il cambio della sede lavorativa senza conseguenze sul contratto ed il posto lavorativo”.