COLOGNO
SERVIZI SOCIALI E POLITICHE DELLA CASA VENGONO SEPARATI: ESPLODE IL CAOS

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I Servizi Sociali da un lato, sotto il cappello degli Affari Generali e della Dirigente alla Contabilità e Ragioneria Dottoresa Pazzi, e le Politiche Della Casa dall’altro, nell’area Pianificazione e Territorio sotto la guida della Dirigente all’Urbanistica Dottoressa Perego. I cittadini con situazioni di disagio lavorativo e sociale di vario tipo continueranno a recarsi negli uffici di Via Petrarca, ma se la loro situazione famigliare contemplerà problematiche relative all’emergenza abitativa, allora dovranno fare riferimento alla sede di Via Levi, dove traslocheranno le politiche per la casa. Entrambi i servizi dunque, escono dall’area dedicata ai Servizi alla Persona.

Cocciro: smembrati i servizi sociali
Di tutta la riorganizzazione dell’ente approvata con Delibera di Giunta del 3 novembre 2015, è forse questa la modifica con più ricadute e contestata a gran voce dall’ex Assessore ai Servizi Sociali Giovanni Cocciro, da parte dell’opposizione e dagli stessi dipendenti dell’ufficio politiche della casa. “E’ uno smembramento dei servizi sociali che questa Giunta ha iniziato tempo fa con la rimozione di un bravissimo dirigente come Volpato –ha tuonato Cocciro- culminato ora con queste decisioni che non tengono minimamente conto delle esigenze e delle fragilità dei cittadini, e distruggono quel poco di welfare rimasto in città”.

I dipendenti: Si faccia un passo indietro su questa scelta
Non si danno pace nemmeno i dipendenti comunali del servizio trasferito in Via Levi, che hanno preparato una missiva indirizzata all’amministrazione, ai dirigenti a tutti i consiglieri, ai sindacati e ai servizi sicurezza, chiedendo che venga fatto un passo indietro su una scelta che separa due percorsi paralleli che afferiscono entrambi ad una medesima condizione di emergenza sociale. “Oltre il 50% dei carichi di lavoro attuali del Servizio P.d.C. sono svolti in collaborazione con i Servizi Sociali dell’ente –si legge nella lettera dei dipendenti- la scissione dell’Area, a nostro parere, oltre alla inutile maggiore spesa relativa al costo del trasloco, avrà sicuramente effetti negativi sia sulla cittadinanza che sull’operato dell’Amministrazione Comunale”.

Rocchi: una scelta politica, per una gestione tecnica senza influenze
Due forme di assistenza al cittadino che non possono lavorare proficuamente stando lontane a quanto pare. Ma non la pensa così il Sindaco Angelo Rocchi, che ha ben chiaro il perché di una scelta così radicale, motivata da un’esigenza: “La situazione che abbiamo trovato all’ufficio casa era decisamente “ballerina” diciamo –ha spiegato- ho voluto un taglio netto con la passata gestione, per approdare ad un lavoro nella compilazione delle graduatorie e assegnazione dei punteggi che sia come dev’essere, puramente tecnico, poiché tecnica è la procedura di assegnazione e tecnico è il calcolo dei punteggi. I servizi sociali tratteranno i casi specifici, e i fascicoli giungeranno poi all’ufficio per le politiche della casa, che senza alcun condizionamento e a mente fredda stileranno le graduatorie. La gente non deve aspettarsi favori solo perché conosce tizio o caio all’interno dell’amministrazione, e non devono esserci pressioni politiche nel processo di assegnazione di una casa, che nel suo specifico, ripeto, è una procedura solo tecnica, né assistenziale né sociale”.

L’intervento dei sindacati e le novità per i cittadini
Un ragionamento gestionale che non è piaciuto per nulla nemmeno ai sindacati, che a quanto riferito dal capogruppo PD Cocciro, avrebbero sottolineato come questa riorganizzazione rompa l’unità d’intenti ed operativa che da più di 20 anni si proponeva di risolvere le problematiche tipicamente socio economiche assistenziali, interfacciate a quelle più prettamente economiche ed alloggiative, che sono nella maggior parte dei casi una subordinata delle prime”. Ha proseguito poi Cocciro: “Non si è mai visto che a gestire le emergenze sociali, ci sia da un alto un ragioniere capo (nda: Pazzi) e dall’altro un architetto (nda: Perego) che si occupa di edilizia privata. Non può essere una questione tecnica quella della casa, affidata a chi per competenze e formazione non si è mai occupato di esigenze sociali e disagi, o relazionato con persone in emergenza. E’ uno smembramento dell’assistenza ai cittadini”. Nel frattempo i cambiamenti saranno anche pratici all’interno della gestione delle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari.

I cittadini dovranno recarsi come detto in altra sede, ma potranno seguire lo stato della propria pratica attraverso il sito web del comune, mentre per partecipare al bando di assegnazione dovranno presentare domanda versando una quota di 10 euro che copra le spese per il rilascio della modulistica (3 euro) quelle per il bando stesso (7 euro). “Una decisione assurda e incredibile questa di far pagare –ha concluso il capogruppo Cocciro- Una comunità si dice tale quando non lascia indietro nessuno dei suoi cittadini, e sino ad ora con questa giunta stanno pagando sempre gli ultimi”.

I dipendenti e la questione sicurezza
Intanto i dipendenti del servizio politiche della casa, sono preoccupati non solo per la qualità del servizio che verrà offerto ai cittadini, e per un rapporto con l’Assessore Cerioli che attualmente definiscono “inesistente“, ma anche per una questione non del tutto secondaria legata alla loro sicurezza. Al centro di diversi casi di attacchi personali da parte di un’utenza esasperata dalle proprie condizioni di vita, i dipendenti e l’assessore stesso sono stati più volte costretti a richiedere l’intervento delle Forze dell’Ordine sul posto di lavoro. Per questo la sede di Via Petrarca era stata ripensata con alcuni accorgimenti a tutela dei dipendenti: “I componenti del Servizio P.d.C., non sono mai stati informati preventivamente sulle nuove postazioni lavorative e sulla relativa idoneità degli spazi assegnati, in modo particolare per lo spazio adibito al ricevimento del pubblico –scrivono ancora i lavoratori– […] Venuti a conoscenza che la struttura assegnata (nda: Via Levi) non dispone delle necessarie protezioni, segnaliamo che in tale situazione non sarà consentito al personale di svolgere le mansioni affidate in condizioni di serenità e sicurezza, condizioni non idonee che mettono a rischio anche l’ incolumità fisica del personale”.

Diverse le questioni sul tavolo del Sindaco dunque, e con i sindacati parte coinvolta nella questione, è possibile che di questa situazione si sentirà parlare ancora a lungo.