CALCIO FEMMINILE
ESORDIO A SAN SIRO PER FEDERICA BIFFI, CAPITANO DELLA RAPPRESENTATIVA LOMBARDA

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Quando stavamo arrivando con il pullman, vedere San Siro spuntare tra gli edifici e dire “cacchio ci stiamo andando noi”… O sempre dal pullman, la discesa nel parcheggio dove eravamo tutte quante in piedi… O forse il primo ingresso sul campo, ancora in divisa di rappresentanza per andare a vedere com’era il terreno…”

Federica Biffi, 21 anni, calciatrice da quando era in 5° elementare, non sa proprio da dove cominciare per raccontare un’avventura davvero straordinaria, che l’ha ripagata dell’impegno che ha sempre messo, con costanza e serietà, in ogni allenamento, stagione dopo stagione, partita dopo partita con la maglia della Speranza Agrate, società dove gioca e che l’ha portata ad arrivare in Rappresentativa Lombarda cinque anni fa. Da allora di strada la giovane e forte centrocampista ne ha fatta, sino a giocare nella “Scala Del Calcio” per la finale dell’ultimo Torneo delle Regioni.

“Questo è stato il mio quinto anno in rappresentativa. Il primo anno a Fiuggi ricordo perfettamente di aver giocato solo 7 minuti in tutto il torneo, praticamente aiutavo solo a portare le borracce -ha spiegato- Il secondo ho giocato qualche minuto in più, il terzo, quello in cui abbiamo vinto il titolo, ho giocato da titolare tutte le partite, tranne la finale dove non sono proprio entrata. E ora… Ritrovarsi a calpestare il prato di San Siro nella formazione titolare, con la fascia al braccio per giocarsi la finale… Non ci sono molte parole”.

Federica ha giocato da capitano la finalissima contro il Veneto, che la Lomabrdia ha perso ai calci di rigore, dopo un match pieno di emozioni e tensioni, con uno svantaggio recuperato, un vantaggio maturato e un pareggio subito in extremis: “Ce la siamo giocata -ha raccontato il capitano lombardo- siamo uscite a testa alta dimostrando che sappiamo giocare, che vogliamo giocare, e che abbiamo più che meritato l’arrivo in finale”.

Sono in molti quelli che, vedendo giocare la giovane capitana dell’Agrate e della Lombardia, le consiglierebbero di spiccare il volo, di fare il salto e accettare la corte di qualche grande squadra di massima categoria, puntando magari alla maglia azzurra, dopo aver dimostrato un talento cristallino. Ma lei per adesso non sogna così in grande, e si accontenta di giocare e divertirsinon serve altro” dice, restando ad Agrate in Serie C quindi, “continuando a crescere nella mia società, facendo crescere le ragazzine più giovani, contribuendo insieme alle mie compagne a far bene per la squadra e per la società, puntando ad obbiettivi sempre maggiori, mettendo da parte il personalismo, perché in una squadra è l’unione a fare la forza.

Parole da capitano dunque, di chi magari nei modi non è dirompente, ma sa far sentire la sua presenza con umiltà, qualità che esce anche quando le chiediamo come si fa per arrivare dove è arrivata lei: Non so dire cos’ho fatto di concreto per meritarmi tutte queste soddisfazioni... Forse non ho mai smesso di credere nel mio sogno, convinta che con cuore, testa, e spirito di sacrificio, si arriva ovunque”. 

Un pezzo di calcio femminile della Martesana, è dunque sbarcato a San Siro, e per una che c’è riuscita, tante sono le giovani calciatrici che si battono sui campi in erba e sui campetti polverosi di terra, dove l’unica cosa che conta, è giocare, con buona pace di chi per non ammetterlo, si inventa sterili e offensive dichiarazioni.